L’eleganza della doccia senza box: 5 soluzioni per un bagno lussuoso e funzionale
Dalle docce walk a quelle in nicchia, le alternative alla classica cabina. Adatte anche agli spazi più piccoli
Inutile girarci intorno (e, tecnicamente, pure impossibile): la doccia senza box è tra le soluzioni bagno più amate. O, almeno, più desiderate. Poi, spesso, scendiamo a patti con la realtà e puntiamo su una più classica cabina. Ammesso e non concesso che riusciamo a distinguerle… Superati i tempi di Psyco o di meno blasonate pellicole nostrane, dove la doccia altro non era che una vasca da bagno dotata di tenda, il box doccia si è evoluto per materiali, dimensioni, posizioni e funzioni.
Basti pensare al plexiglass. Dopo averci salvato da quella tela invadente che ci si appiccicava addosso, è stato a sua volta tradito per il vetro temperato. Usato non solo per chiudere un angolo ma a volte per formare una intera cabina con tanto di soffitto, il cristallo ha regalato luminosità ed eleganza ai nostri bagni. Sono nate così vere e proprie stanze trasparenti, piccole spa casalinghe perfettamente accessoriate.
Vetro fisso e piatto complanare
Poi, anche alla scatola di vetro abbiamo detto basta. In un’ottica minimalista e lussuosa insieme, la doccia ha rinunciato a una o più pareti, riducendole in alcuni casi a una sola. Con o senza profilo, la lastra di cristallo protagonista di molte docce walk in può lasciare due ingressi ai suoi lati oppure, più frequentemente, essere installata in un angolo, adiacente a due pareti.
Determinante in questi casi è l’accesso senza porte e, spesso, anche senza dislivelli. Chiamata in Francia douche à l’italienne, la doccia aperta ha il piatto complanare rispetto al pavimento o addirittura vi rinuncia, mantenendo lo stesso rivestimento in terra del resto del bagno. Non solo bella per il suo minimalismo, la doccia walk in così intesa si rivela anche funzionale per quanti hanno problemi di mobilità risultando alla lunga anche più semplice nella manutenzione. E, per evitare le tanto temute fuoriuscite di acqua, colloca il soffione nel punto più lontano al lato aperto.
Adatta non solo ai grandi spazi, nei suoi minimi termini può essere una soluzione anche per i bagni di ridotte dimensioni, ottimizzando i centimetri calpestabili e giocando con le trasparenze per esaltare la luce. Non sono tecnicamente docce walk in ma superano il concetto di box anche le soluzioni in nicchia. Qui il vetro può mancare del tutto, coprire solo una porzione di ingresso o essere mobile. Recuperando l’anta, scorrevole o a spinta, ben nota al box doccia tradizionale.
Sinuosa
Le venature del marmo si insinuano dal pavimento alla panchetta nella doccia a nicchia disegnata da Sarah Dray per questa raffinatissima salle de bain parigina. Sulle pareti, una ceramica scannellata ne segue il profilo curvo. Foto di Stephan Julliard.
Timeless
Firmato dal duo di architetti Stephan Bidoux & Julien Villeneuve, questo bagno dallo stile senza tempo pone la doccia su un rialzo, facendone uno spazio a sé. Le piastrelle verdi bombate e i dettagli in ottone completano il décor. Foto di Stephan Julliard.
Stile spa
Fa del bagno un centro benessere la doccia aperta creata da Caroline Andréoni, tra grandi nicchie dove sedersi e posare il sapone e finiture impermeabili in cemento cerato. A proteggere dagli schizzi, una porzione di parete in cristallo bordata di nero. Foto di Sophie Lloyd.
Con vista
Piccolo, compatto e panoramico, il bagno disegnato da Studio Tenca e fotografato da Riccardo Gasperoni rinuncia al piatto doccia a favore di una pavimentazione senza soluzione di continuità. Mentre un semplice vetro fisso lascia a vista la finestra sopra la vasca.
Arrotondata
Sembra una piccola grotta la doccia pensata dallo studio 02A per un appartamento romano. Rivestita internamente da piastrelle cobalto, fa a meno di vetri e porte, confidando nella rotonda accoglienza della nicchia in muratura. Foto di Paolo Fusco.
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