L’isola cucina ci salverà. 5 idee per sfruttare una soluzione brillante e salvaspazio

di Camilla Marini

Un'isola cucina dalle forme sinuose e il rivestimento cannettato per un ambiente vicino alla natura
L'isola cucina ideata dalla designer australiana Kim Kneipp in una casa di Kensington, Victoria

Usata come tavolo o banco di lavoro, al posto dei pensili o per incassarvi gli elettrodomestici, si rivela un pezzo di arredo adatto a tutte le metrature

Spesso la pensiamo come adatta solo agli spazi ampi. Meglio ancora ai loft. L’isola cucina si presta però anche a numerose altre collocazioni. Certo, la sua capacità di creare una zona di separazione e aggregazione ne fa un’ottima alleata nella progettazione di un open space, ma anche la facoltà di accogliere le funzioni più diverse non è da sottovalutare. Tanto più quando gli spazi sono risicati. Certo, c’è isola e isola. Quella imponente e squadrata che, simile a un monolite, troneggia in certi ambienti avveniristici resta un sogno per i tanti costretti a misurarsi con i pochi metri quadri concessi in molte città, ma esistono anche tanti altri modelli che si adattano proprio a queste esigenze.

Un po’ zona cottura, un po’ piano da lavoro e un po’ ancora tavolo da pranzo, l’isola può fare le veci del più semplice bancone per separare una cucina a vista dal soggiorno in un bilocale, così come accogliere gli elettrodomestici e gli spazi deposito quando gli altri mobili sono piccoli e si è preferito rinunciare ai pensili. Come sempre, anche qui è tutta questione di equilibrio. In una stanza già dominata da mobili alti e incombenti l’isola potrebbe creare un peso eccessivo, mentre in una già sviluppata in ampiezza lo spazio centrale potrà essere elegantemente occupato da questo elemento.

Poi, naturalmente, al di là delle funzioni e delle dimensioni, tanto fanno anche forme, colori e materiali. E se l’isola centrale è quella che per prima ci viene in mente, non possiamo dimenticare anche il suo sviluppo laterale, come un banco bar o un tavolo da pranzo che si allunga dal corpo principale. Una penisola, insomma. Per quanto riguarda i materiali, molto dipende anche qui dall’uso. Un piano di lavoro potrà avere il top in marmo, in acciaio inox o in legno, materiale spesso usato per la base, specie quando questa include cassetti o ante dietro alle quali si nascondono spazi di deposito o elettrodomestici.

Sogno in rosa

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L’isola cucina del progetto L’appartement poésie di Space Factory

Ingloba il forno e il piano di cottura, insieme a innumerevoli cassetti e cassettoni dai piccoli pomoli dorati. Tutta rosa come il resto della cucina, l’isola sognata da Space Factory per il progetto L’appartement poésie sposa romanticismo e funzionalità. Foto di Hervé Goluza.

Bevi qualcosa?

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Fa anche da banco bar la penisola progettata da Marika de Warren Hannotin

Dal top in quarzo stile terrazzo e le facciate verde blu di Plum Living, l’isola progettata da Marika de Warren Hannotin per un appartamento di 60 metri quadri è un inno alla versatilità. Un po’ zona cottura, un po’ banco bar, separa la cucina a vista dal soggiorno. Foto @visit.in.   

Double face

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Piano di lavoro su un lato, lavello sull’altro per l’isola a casa di Izabella e Lennart

Elegantissima come il resto della casa ristrutturata da Izabella e Lennart, la cucina a vista gioca con un sofisticato abbinamento tra il nero e il legno, ripreso anche per l’isola. Piano di studio e di lavoro sul lato sala, ingloba il lavello sull’altro fronte.  

Curve tattiche

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Un mobile portabottiglie nasconde il lavello nell’isola disegnata da Kim Kneipp

Tutta in legno, l’isola ideata da Kim Kneipp gioca con le linee curve sia nell’andamento sinuoso sia nel décor cannettato del rivestimento. E mentre lo stipetto per i liquori dall’anta a ribalta fa da paravento al lavandino, la rientranza nella base agevola la seduta. Foto Lisa Cohen.

Odissea a Parigi

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L’avveniristica creazione di Bina Baitel fotografata da BCDF Studio

Marmo fior di pesco e acciaio lucido martellato e perforato sono i materiali chiave di questa avveniristica isola, ideata da Bina Baitel per un vecchio studio parigino ristrutturato da Eva Helft e Violaine et Jeremy. Con tanto di forno integrato e sgabelli a emiciclo. Foto di BCDF Studio.

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