Tempo di decluttering: 5 modi per fare ordine e liberarsi del superfluo 

di Camilla Marini

Tempo di decluttering: 5 modi per fare ordine e liberarsi del superfluo 
Foto di Pietro Savorelli

Alleggerire armadi e stanze può aiutarci a fare spazio nella mente e trovare spunti creativi

Lo chiamano decluttering. Ma anche il più nostrano “repulisti” potrà andar bene. Il concetto, notissimo, è legato a quel bisogno, in certi casi impellente, di fare piazza pulita di tutto ciò che intasa cassetti, armadi e stanze. Alzando il tiro, nasce dal desiderio o dalla necessità di eliminare il superfluo, di togliersi di torno tutte quelle “cose secche e rimorte” (per volare alto e citare Cesare Pavese) che “ingombrano” non solo lo spazio di vita, ma anche la mente e l’esistenza stessa.

Chi pensa che stiamo esagerando non ha forse ancora conosciuto il potere salvifico di svuotare un guardaroba, un sottoscala, un solaio o anche solo un armadietto in cucina, di considerare con occhio clinico che cosa davvero gli serva e che cosa invece non userà mai. Il decluttering letteralmente significa riordino, ma come si può capire ha assunto ormai un valore quasi morale.

Insieme ad abiti, oggetti, accessori e persino mobili che non servono più ci si separa da una parte della vita che forse è già stata superato, anche se a volte è difficile ammetterlo. Impedendo alle novità di occupare il giusto spazio. Senza contare, poi, che l’accumulare cose finisce con il renderle a tutti gli effetti inutilizzabili perché introvabili, sommerse come sono da montagne di altri oggetti inutili.

Buttare nel cestino quanto non serve, però, non è l’unica soluzione. Né spesso quella migliore. Quanto non usiamo o non ci piace più potrà tornare utile a un amico così come a uno sconosciuto con esigenze, disponibilità e priorità diverse dalle nostre. Per finire, c’è pure chi scopre, svuotando un cassetto o una stanza, che quegli oggetti dimenticati hanno un valore che non ricordava o non sapeva possedessero. Guardati con occhi nuovi, utensili antichi si trasformano così in un soggetto artistico o nella base di un riciclo creativo. Non sarà forse decluttering in senso stretto, ma lo spirito ne guadagnerà allo stesso modo. 

Quando si fa decluttering capita di incappare in oggetti preziosi che non sapevamo di avere
Fotografare solo i props, gli oggetti di scena, può essere una sfida. Vinta alla grande da Floor Schreurs

Piccolo mondo antico

Nelle foto di food siamo soliti concentrarci, appunto, sul food. Eppure una bella immagine di cibo è fatta di tanti elementi. Anche non commestibili. La sfida online accolta da Floor Schreurs, fotografa per passione, era quella di rappresentare solo i “props”, gli strumenti di scena. Questo è il risultato, con piccoli oggetti quotidiani trasformati in gioielli. E la dimostrazione che dal decluttering possono uscire dei tesori…

Dopo il decluttering, viene il tempo di godersi il lavoro fatto. Buttandosi in un letto super accogliente
Essenziale, la camera pensata da Linnéa H. Manaberi e fotografata da Fredrik J Karlsson è perfetta

Tempo sospeso

Non c’è niente fuori posto nella stanza da letto creata dalla interior designer svedese Linnéa H. Manaberi, alias Creamandnavy. Neppure il plaid scuro buttato con finta noncuranza sul letto écru sotto lo sguardo indulgente della lampada in seta di Gong. La foto è di Fredrik J Karlsson.

Un angolo studio che strizza l'occhio all'Oriente con la decorazione a rami di bambù di Pictlab
Richiami orientali nel progetto dello studio Droulers in collaborazione con i decoratori di Pictalab

Stand by

Eterei rami di bambù e dettagli Art Déco. L’Oriente e l’Occidente si incontrano in questo angolo creato dallo studio Droulers Architecture con il contributo dei decoratori milanesi di Pictalab. Lo scatto di Pietro Savorelli ha catturato l’atmosfera magica di un attimo di pace.

A volte il decluttering altrui rappresenta un'occasione. Come questo stock di tazze artigianali giapponesi
Le tazze scovate dalla fotografa Dominique deBlois in una svendita a Shigaraki, in Giappone

Decluttering di magazzino

Quello che per qualcuno è di troppo, per altri è un tesoro. È quanto accaduto alla fotografa Dominique deBlois di Sideroad Studio, quando a Shigaraki, città giapponese nota per le ceramiche, è incappata in uno stock di tazze a prezzo stracciato. E i fondi di magazzino sono diventati opera d’arte.

Dal decluttering all'arte. Le sedie raccolte e riciclate dal Movimento Emmaüs sono diventate una scultura
Nest in Liaigre, il nido di sedie creato dall’artista Tadashi Kawamata sulla facciata dello showroom parigino di Liaigre

Nido di riciclo

Sono un centinaio le sedie raccolte dal Movimento Emmaüs e trasformate dall’artista giapponese Tadashi Kawamata in un gigantesco nido. Nest in Liaigre sarà visibile fino al prossimo 12 dicembre sulla facciata dello showroom della casa di design Liaigre in rue du Faubourg Saint-Honoré, a Parigi. Un’ottima occasione per meditare sul rapporto tra arte e quotidiano

© Riproduzione riservata.